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CITAZIONE" 

Quello che il presidente deve sapere per evitare di avere problemi legali a questa crisi sanitaria legata al Coronavirus.

Partiamo dai fatti.

Dalla “Repubblica” del 6 maggio 2020:

“Torino, barista porta caffè ai poliziotti di guardia alla coda al Banco dei pegni: multato dai vigili.
Verbale da 400 euro. La polizia municipale: "Non vale la consegna a domicilio, gli agenti non abitano lì". Lui: "Assurdo, farò ricorso"

La consegna di tre caffé all'ingresso del Monte dei Pegni è costata una multa da 400 euro al titolare del bar bistrot napoletano Tuocc &  Fuje di via Monte di Pietà 23 che si è visto consegnare il verbale dalla polizia municipale questa mattina. Per i vigili la sua consegna equivale ad un'attività da asporto che a Torino è vietata fino al 9 maggio.

"Al momento del controllo si accertava che venivano venduti numerosi caffé per asporto, attività vietata nel comune di Torino", si legge nel verbale. Secondo la municipale, infatti, il barista avrebbe potuto consegnare il caffé ordinato dal direttore del banco dei pegni soltanto al direttore e non ai due poliziotti.

"Se ne avessi portato soltanto uno al direttore sarebbe stata una consegna a domicilio perché lui lavora a quel preciso indirizzo", spiega il barista Giuseppe Viscardi.

Lo stesso, però, non vale per i poliziotti che si trovavano in strada per assicurare che la gente in coda mantenesse le distanze di sicurezza". Il direttore sì, ma i poliziotti no.

"Sono uscito dal bar e ho portato i tre caffé che mi  erano stati ordinati dal direttore che evidentemente aveva deciso di offrirne uno anche agli agenti -  racconta ancora -  quando sono tornato nel bar sono stato seguito da due vigilesse in borghese che mi hanno multato".

Ma i vigili non sono d'accordo.

"La consegna è stata fatta in strada appena fuori dal locale  - precisano dalla polizia municipale.

Se i caffé fossero stati portati all'interno del monte dei pegni sarebbe stata un'attività di delivery permessa. In questo modo, invece, risulta un servizi di asporto che non è ancora consentito a Torino" (di Carlotta Rocci).”

Riporto un bel pezzo di questo articolo perché è fondamentale alla comprensione di quello che sto per dirti.

In pratica il proprietario del monte di pegni ha ordinato tre caffè.

Il primo era per lui.

Gli altri due erano per i due poliziotti che erano all’esterno del negozio al lavoro per regolare la coda dei poveracci che stanno vendendo tutto per riuscire a mettere un pasto in tavola.

Il barista ha quindi portato i caffè al proprietario del monte dei pegni ma fattivamente ne ha consegnato uno all’interno e due all’esterno perché i poliziotti stavano lavorando fuori.

Mentre i militari bevevano il caffè, le due impiegate del comune in borghese facevano la multa da 400 euro al povero barista per un cavillo.

Ma la cosa che mi fa ribollire lo stomaco è che anche di fronte all’evidenza la successiva risposta ufficiale dei vigli resta la stessa.

Un’applicazione becera di un cavillo che stravolge i fatti.

Il problema che le associazioni avranno alla riapertura sarà dello stesso tipo.

Il presidente ha l’obbligo di adeguare la sua associazione a quanto viene richiesto dalla legge per evitare di essere accusato penalmente di lesioni personali secondo l’articolo 590 del codice penale.

Caso pratico:

All’interno della tua asd/ssd avviene un contagio, cosa che succederà con ragionevole certezza.

Nella maggior parte dei casi la cosa si risolverà senza particolari ripercussioni se non una decina di giorni a casa del contagiato.

Ma non è scontato.

Dipende anche molto da chi sono i tuoi soci/tesserati.

Magari il tuo socio è un bambino che poi lo attacca alla nonna.

Se addirittura facessi ginnastica dolce per anziani le complicazioni potrebbero essere molto maggiori.
 
In ogni caso pensare di non avere contagiati è quasi impossibile.

I contagiati devono essere segnalati.

A quel punto i vigli (o chi per loro) controlleranno le persone con cui il contagiato è entrato in contatto.

Questo li porterà diretti in piscina. 

Indovina cosa controlleranno appena metteranno piede dentro?

Controlleranno se tutta la parte burocratica e le procedure sono a norma.

In caso contrario procederanno a darti una bella multa che può raggiungere le migliaia di euro (ed eventualmente la chiusura temporanea).

Lo faranno con la stessa diligenza mostrata nel caso dell’articolo che ho citato sopra e senza avere nessun ripensamento.

Ma non è tutto! 

Il verbale che seguirà il controllo può essere utilizzato come forte prova dal contagiato per chiedere un cospicuo risarcimento in sede amministrativa e per attivare un’azione penale contro il presidente, in modo di essere sicuro di ricevere dei soldi come risarcimento (che servono sempre).

Questo risarcimento può anche essere richiesto direttamente dal contagiato, senza intervento di vigili o altri.

Gli basterà raccogliere un minimo di prove che dimostrino che la asd/ssd non rispettava tutte le norme anticontagio previste dai vari decreti rilasciati fin'ora.

Diventa sostanziale quindi l’adeguamento dell’associazione alle norme di legge che regolano questo tipo di situazione.

Ovviamente, visto che siamo in Italia, l’adeguamento non è banale

Buon lavoro!!!

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